6 dic 2010

IL CELLULARE E ME




Lo so, sono un matusa. Non per la età fisica, e, grazie a Dio, nemmeno per quella mentale. Sono un "matusa tecnologico".
Che volete da me, ma io, il cellulare, lo uso per fare telefonate e mandare SMS (quando non uso l'eccellente servizio di SMS che mi fornisce il mio pc). E, anche se, per formazione professionale e lavori svolti, ho sempre cercato di stare a giorno delle novità tecnologiche, questa vertiginosa evoluzione del cellulare mi lascia “fuori gioco”.
So di cosa sia capace la nuova informatica, pure, per quanto riguarda i cellulari, c'è una cosa che mi stupisce: come si possa concentrare tanta altissima tecnologia in così poco spazio...
Sono, l'ho già detto, il Matusalemme dell'era tecnologica...

4 dic 2010

RAZZISMO "MADE IN PADANIA"



Visto su "il Mattino di Padova":
"Lega: basta contributi alla Maratona di Padova, perché vincono sempre i neri.
La scure della Provincia rischia di abbattersi sulla Maratona del Santo. Il leghista Pietro Giovannoni ha indicato la linea durante la seduta del Consiglio provinciale: basta contributi, perché vincono "atleti africani o comunque extracomunitari in mutande". Salvo poi cercare di correggere il tiro una volta scoppiato il caso: "Gli ingaggi sono troppo alti".
Questi signori sembrano dimenticare la quantità di "padani" dal Friuli alle Marche, che sono stati costretti ad emigrare.
Come avrebbe giudicato, il Carroccio, i Paesi di accoglienza di questi loro concittadini se avessero mantenuto los stesso atteggiamento che tengono oggi i rappresentati del popolo "padano"?
Credo che non sia necessario nessun altro commento...

24 nov 2010

L'UOMO E LA GALLINA











No, non è un lapsus, ho proprio scritto “L'uomo e la Gallina” e non “L'uovo e la gallina”.
Stasera, dopo moltissimo tempo, ritardo dovuto alla pigrizia e alla poca voglia di stare tra i fornelli (quando mi ci metto, sono un cuoco passabile, ma, per lo più, la voglia manca), ho mangiato il mio piatto preferito: mezzo pollo arrosto! E mi è venuta spontanea una riflessione.
Vediamo: ho spolpato con gusto la coscia, col suo femore, perone e tibia. Poi ho piluccato con gusto un'ala, con il suo omero, ulna e radio. Poi sono passato al petto, con il suo cingolo scapolare, il suo sterno (carenato, si, ma pur sempre uno sterno e le sue costole...E mi è venuta spontanea una domanda: hanno mai mangiato un pollo arrosto, i creazionisti? Come cavolo possono negare l'evidenza del fatto che tutti i vertebrati deriviamo da antenati comuni? Ma si sono mai soffermati ad osservare quante somiglianze esistono nella natura? Si sono mai chiesti perché mai il Creatore, che creò l'uomo (la donna dopo. Perché se nera dimenticato all'inizio?) a sua immagine e somiglianza dopo aver creato un'intera schiera di animali che anche loro, in termini rigorosamente anatomici, s'intende, gli somigliavano?
Eppure, i creazionisti esistono...evidentemente anche il Creatore commise qualche errore...

18 ott 2010

MIRACOLI?



Tutto è cominciato con una riflessione che, qualche giorno fà, yo misi su Facebook, e dalla risposta che ho ricevuto da un amico.
Vediamo: alla mia osservazione che nessuno dei taumaturghi che ci sono stati ha mai compiuto il miracolo che in molti gli avranno chiesto, rigenerare un arto (una mano, un braccio, una gamba) perduto per un incidente o in battagglia.
A questa osservazione, l'amico Ettore Alfieri aveva risposto che Gesù Cristo aveva realizzato una risurrezione (quella di Lazzaro, suppongo).
Credo che sia utile approfondire un po' questo tema:
Il Dio delle tre grandi religioni sorelle (perchè le tre discendenti dal ceppo Mosaico) è, secondo il Credo Niceno “Padre onnipotente, creatore e signore del cielo e della terra” e, più modestamente “Uad u achbar” (uno e grande) come, più semplicemente, recitano i mussulmani.
Attribuire a Dio il carattere di creatore, implicitamente gli conferisci anche la capacità di operare piccoli (rispetto all'intero universo da Lui creato) cambi nella realtà quotidiana dei Suoi fedeli: i miracoli, appunto.
I miracoli, secondo la nostra dottrina cristiana (curioso: Allah sembra che non compia miracoli...) sempre li compie Dio Onnipotente, o a mano di un profeta, come Mosè quando la fuga dall'Egitto, o attraverso l'opera diretta del Suo Figlio incarnato, quando questi viveva tra di noi, o per intercessione di Maria madre di Dio (curioso che l'episodio delle nozze di Cana sembri scritto apposta per fondamentare la devozione Mariana), o dei Santi, uomini e donne che, avendo avuto in terra una vita esemplare, hanno, ora che stanno accanto a Lui in Paradiso, questa capacità mediatrice.
Detto tutto questo e, sottolineo, strettamente secondo quello che ci insega la nostra religione, penso che valga la pena di approfondire un po`più la questione, da un profilo più terrenale.
Cominciando con la resurrezione di Lazzaro, che cita l'amico Ettore: all'epoca in cui Gesù faceva miracoli, il fenomeno della catalessi era totalmente sconosciuto, e la “notarella a margine” che “già puzzava” potrebbe essere un addendum dell'evangelista per ricalcare l'aspetto prodigioso della “resurrezione” di Lazzaro.
Non vale la pena dilungarsi qui in un'analisi dei milioni di miracoli che si racontano nell'agiografia della schiera di Santi delle varie Chiese cristiane, solo ricordare che il fenomeno dei corpi intatti di alcuni di loro può essere spiegato (e lo è stato) facilmente dalla scienza moderna come conseguenza di particolari condizioni ambientali in cui si è trovato il cadavere dopo la morte.
La scienza è una neonata, rispetto alla religione, ma io sono sicuro che potrbbe spiegare molti “miracoli”, sempre che sussitano queste condizioni: che non si tratti di un banale trucco, che il racconto del miracolo sia fededigno e non propagandistico (lo sono i quattro Vangeli?) e che sia possibile ricostruire scientificamente l'accaduto, e questo vale anche per miracoli “recenti”, quando ancora la scienza non aveva adeguati mezzi di indagine.

14 ott 2010

SEPARATISMO? L'ABBIAMO NEI GENI



In questi ultimi tempi, sono sempre più stridenti le voci che, dal nord, da parte della Lega, che parla apertamente di una inesistente Padania indipendente, e dal sud, da parte dei movimenti neoborbonici, che, con la scusa, più che legittima, di un serio revisionismo storico, lasciano intravedere un certo che di separatismo. E di questo si sta facendo eco, anzi, meglio, cassa di risonanza, la “rete” dove si incontrano quantità di posts e commenti al post, e commenti al commemento al post, su questo tema spinoso.
Io stesso, lo ammetto, ho contribuito con il mio granello di sabbia (chi è senza peccato scagli la prima pietra..). Però, proprio questa alluvione di idee contrastanti, mi ha portato a fare alcune riflessioni.
Prima di tutto, come ho avuto modo di segnalare in un mio commento in rete, l'idea di Italianità ci viene da molto lontano: Dante, otto secoli fà, parla de “il bel Paese là dove il si suona”, dando l'impressione che giá allora il Divino Poeta avesse questo concetto di unità, per lo meno culturale, che accomuna tutti i popoli della penisola, cioè del “bel paese”.
Però, rileggendo attentamente il passo dantesco dove incontriamo questo sentimento unitario, ci rendiamo conto che la realtà era, giá allora, ben differente:

“Ahi Pisa vituperio delle genti
del bel paese là dove il si suona!
Se i fiorentini a te punir son lenti
muovansi la Capraia e la Gorgona
e faccian siepe ad Arno in sulla foce
si ch'egli anneghi in te ogni persona!”

Niente di nuovo sotto il sole d'Italia, quindi! Tutto questo viene dalla disgregazione dell'Impero Romano, dalla nascita dei Comuni, che non facevano altro che combattersi l'uno all'altro,e solo riuscirono a riunirsi per combattere un'invasione straniera (il famoso Carroccio...)
Vi ricordate la parola “campanilismo”? Indicava il senso di superiorità di un “campanile” (un paese) rispetto ai suoi vicini. Sembrava fosse sparito, non se ne è più sentito parlare.
Ma adesso risorge con forza e si espande, non è più un paese (un campanile), ma una regione, un consorzio di regioni...
Cavour disse: “Abbiamo fattol'Italia, ora bisogna fare gli italiani”. A quanto sembra, questa seconda parte della visione di Cavour è ancora ben lontana dal materializzarsi!

10 ott 2010

LA CONQUISTA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE



Ho dovuto pensare molto per scrivere questo articolo, non su “che” ma su “come”.
Mi spiego: in rete, si stanno moltiplicando appunti, note, recensioni di libri, per far capire a tutti che quello che avvenne nel 1860 nel Regno delle Due Sicilie fu una vera e propria guerra (peraltro non dichiarata) di conquista da parte del Piemonte. Non voglio, non posso mettere in dubbio i fatti esposti in rete, ma debbo dire che la riflessione su questi fatti mi ha creato più domande, inquietudini, incertezze, non sui fatti, ma sul PERCHÈ dei fatti.
Cercherò di dipanare il groviglio di idee che mi girano per la testa a questo rispetto, sulla base di esperienze mie personali e l'osservazione di altre guerre di conquista.
Vediamo:
ho vissuto in Sud Africa e visitato la Rodesia: gli inglesi conquistarono un territorio (in nessuno dei due casi si può parlare di un Paese) evidentemente per ragioni economiche.
Algeria e Marocco e parte dell'Africa finirono in mani francesi per lo stesso motivo
gli italiani fecero lo stesso in Libia, Eritrea e Abissinia
gli spagnoli e i portoghesi, col trattato di Tordesilla, si spartirono tutta l'America centrale e meridionale, ancora una volta, per ragioni economiche.
Ma, in tutti questi casi, l'invasore costruì strade, scuole, ospedali, creò industrie e commerci, anche se quest'ultimi non ridondarono a beneficio dei popoli conquistati (o sterminati, nel caso degli spagnoli).
E allora, qualcuno può spiegarmi cosa fecero i piemontesi nel Regno di Napoli? Invece di creare industrie, distrussero quelle, fiorenti, che esistevano, perchè non facessero concorrenza a quelle che avevano al nord. Invece di utilizzare le risorse umane e di capitali che esistevano, ridussero tutto il nuovo territorio (la metà della penisola, anche se nessuno si è mai soffermato a indicare questo non insignificante dettaglio) alla povertà e all'emigrazione (mentre, prima, erano veneti e lombardi che emigravano al sud!).
Quindi la “liberazione del sud” fu una guerra di conquista in cui i sudditi della nuova colonia, a differenza di Bantu di Sud Africa o gli arabi del Magrheb o Egitto, finirono calpestati, umiliati ed impoveriti. E, come danno oltre alla beffa, vittima del razzismo anti-meridionale dei “fratelli d'Italia” nordisti che tutt'ora perdura (come ben sa chi, come me, ha avulto la sfortuna di lavorare nella Padania...).
Perchè, dunque, i Savoia si impegnarono a conquistare il sud?

5 ott 2010

MEDICI





Sono ormai 27 anni che vivo in Ispagna e, lo ammetto, sono andato solo una volta a veder un medico: fu nel 1985, per una fastidiosa lombagine che mi ero portato con me dalla Cina.
Questa mia mancanza di controlli medici durante questi ultimi anni spagnoli è dovuta un po', grazie a Dio!, alle mie eccellenti condizioni di salute, e un po', e chissà qualcosa dippiù di un po', alla mia sfiducia nella perizia dei medici spagnoli.
Fintantocchè ho vissuto in Italia, ho avuto fin troppe occasioni di consultare un medico: dall'ottimo medico di base che curò mio padre durante gli ultimi anni della sua vita, alla ginecologa che assistì mia moglie durante la gestazione e negli ultimi quattro parti (dei sei figli, il penultimo nacque a Malta e la ultima a Madrid), all'ottimo pedriata, docente di Pedriatria all'Università Federico II, che ha seguito i miei bambini finchè non siamo “emigrati” in Ispagna.
La mia sfiducia nei confronti dei medici spagnoli, si badi bene, non è dovuta a nessun errore di qulcuno di loro, o da una esperienza personale negativa, bensì ad uno strano “razzismo” all'inverso, giustificato, almeno secondo il mio personale metro di giudizio, dai miei contatti professionali con ingegneri e tecnici locali, decisamente non all'altezza dei loro omologhi italiani.
Ed è per questo che mi ha stupito, addolorato, scandalizzato la notizia apparsa sulla edizione digitale del “Corriere della Sera” di oggi: “Setticemia curata come influenza, muore a ventidue anni”...(1)
Come può succedere una cosa così in un Paese, come l'Italia, che sempre è stato all'avanguardia della praxi e dalla riceraca medica?

(1)Per vedere l'aricolo, seguire questo link:
http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_05/setticemia-balenzano-come-influenza_9a17061e-d041-11df-9b01-00144f02aabc.shtml

3 ott 2010

MENS SANA IN CORPORE SANO






Nel “Corriere della Sera” , edizione digitale, mi ha colpito un articolo, appunto con questo titolo, nel quale si illustra uno studio, condotto in Svezia dalla scienziata Maria A. I. Åberg, dell’Istituto per neuroscienze e fisiologia dell’Università di Göteborg, che porrebbe in evidenza una stretta correlazione tra l'attività fisica nei bambini ed adolescenti e lo sviluppo del cervello.
Secondo il citato articolo, “diversi studi avevano già dimostrato un rapporto tra l’attività fisica e il rendimento mentale negli anziani -- in cui sembra aiuti a conservare la memoria e allontani lo spettro dell’Alzheimer – e nei bambini – nei quali la pratica di un’attività aerobica si associa a risultati scolastici migliori.”, però los tudio della Åberg va più in là.
Cito nuovamente dal “Corriere della Sera”: “essere in forma a 18 anni migliora l’intelligenza e i risultati accademici ottenuti con gli anni.” e, per concludere: “Un aspetto interessante messo in luce dal confronto tra le condizioni fisiche dei ragazzi e la loro intelligenza è che l’associazione esiste per il fitness cardiovascolare valutato alla cyclette, ma non per la forza muscolare. Non è quindi tanto questione di forza fisica, quanto forse dell’ossigeno che si fa arrivare al cervello.”
Io non sono assolutamente qualificato per mettere in dubbio il risultato di questi studi, ma il mio inerente scetticismo mi ha portato a farmi una domanda: quale e quanta attività fisica varnno fatto da bambini, ai tempi loro, personaggi come Copernico, Leonardo da Vinci, Galileo, Newton o anche Dante o Shakespeare?

2 ott 2010

LA CUCININA DEI COSMETICI



Quando io ero bambino, mia madre usava, per la sua igiene personale, delle pastiglie di sapone verde “Palmolive” che, dicevano, erano fabbricate con olio di palma. Ed era vero. Non per il colore (tutti i saponi sono di color giallastro o marroncino, e il colore verde del sapone di mia madre era dovuto ai pigmenti che, per questo scopo, si aggiungono al sapone, ma questo l'ho saputo solo molti anni dopo) ma perchè, tra tutti gli olii che si possono usare per fabbricare un sapone, quello di palma è il più economico.
Oggi, se ascoltiamo la pubblicità dei vari prodotti di cosmetica che si commercializzano, uno si immagina che, nei laboratori di sviluppo dei nuovi prodotti dei vari fabbricanti, ogni giorno si vivono scene come questa:
Primo tecnico: “Che si mettiamo dentro, oggi, alla nuova formula?”
Secondo tecnico: “Aspetta, che guardo nella dispensa. Vediamo: menta, no, che già la tiene la marca XXX, agrumi nemmeno, che già stanno nell' YYY...”
Terzo tecnico: “E se provassimo con il guava?”
Quello che succede è che, la conquista di uno share del mercato obbliga ai “creativi” delle ditte di pubblicità e spremersi le meningi per inventare formule ogni volta più fantasiose che, secondo la mia modesta opinione, non corrispondono per niente alla reale composizione dei prodotti.
Secondo alcuni gurus della pubblicità, un fabbricante di uno shampoo che qualche tempo fa era presente in tutti i passi di reclame per la televisione, aveva deciso di spendere un ingente capitale, utilizzando “perle micronizzate” nella formula del suo prodotto. Poco tempo dopo, però, siccome magari avevano letto un vecchio post di questo blogger che segnalava che al micronizzare le perle solo si otterrebbe del volgarissimo carbonato di calcio (che si compra a tonnellate per due euro e non ha nessun effetto benefico per lo shampoo), quegli stessi gurus, per la seguente campagna, hanno preferito proclamare che il fabbricante isola dalle perle le loro proteine per aggiungerle alla formula del cosmetico, con il risultato di ottenere, con grandi costi di estrazione, pochi milligrammi delle suddette proteine essenziali a partire da vari chili di perle...
Storia non nuova, basta ricordare quello che si diceva al principio, del sapone verde, di cui si dava ad intendere che il colore fosse dovuto alla palma, che è verde (la palma, non il suo olio).
PS: Fino a qualche tempo fa, si annunciava un detersivo per il bucato, di uno stupendo color bianco immacolato, proclamando che il prodotto aveva un "cuore di sapone di Marsiglia", dimenicando che il sapone detto "di Marsiglia" (sapone potassico) è marrone e trasparente...

AZZURRO



Dondola all'ancora un vecchio veliero.
Sorgono immagini dalla memoria
di vecchi films di corsari,
e di pirati laggiù nei Caraibi.
Sembra vedere Morgan sul ponte
guidando la ciurma all'arrembaggio.
Il mare tranquillo, nel suo vai-e-vieni,
bacia la riva in un calmo sussurro.
Tutto è azzurro all'intorno:
splendido giorno serenodi un dolce autunno.
La mente si perde
nell'immensità dell'Atlantico.

(Foto e versi di Aldo Rende. Nella Baia di Taurito, in Gran Canaria)

25 set 2010

LODE AL VECCHIO, CARO SHERLOCK HOLMES













Ho appena finito di leggere un “giallo” di un autore americano (“La mappa di pietra”) di 500 pagine. Ho lasciato a metà un altro “giallo” di un'autrice spagnola (“La bibbia di terracotta”) di quasi 700 pagine, perchè praticamente illegibile. Poco tempo fa, rileggevo con piacere “Il segugio dei Baskerville”, di Conan Doyle: un centinaio di paginette, con la sua immancabile dose di suspence e il finale a sorpresa, come qualsiasi giallo che si rispetti.
Sembra che oggi, per pubblicare un “giallo”, importa più la quantità che la qualità: una ridda di personaggi, tanti che è difficle seguirli, ricordarne i nomie ed il ruolo di ognuno nella trama del racconto, un intrico di situazioni a volte assurde, inverosimili...
Dov'è andata a finire la linearità, la semplicità del vecchio, caro Sherlock Holmes? La penna magica di Sir Arthur Conan Doyle, che ti portava per mano fino alla conclusione, che chissà avevi già intravisto? Sarà che sono vecchio, che sono un laudator temporis actis, ma, cha posso dire? Viva la semplicità, che in Conan Doyle no si slega mai dal mistero e dall'intigo, e fa la lettura dei suoi testi piacevole de attraente

21 set 2010

EVA, LA COSTOLA DI ADAMO



La sottomissione della donna all'uomo è vecchia come il mondo. Se nella cultura occidentale, almeno a livello formale, la donna ottenne la parità con l'uomo solo dopo la rivoluzione francese (e dovette aspettare fino al 1835 per ottenere il diritto al voto), nella cultura islamica è tuttora una realtà che può arrivare fino ad una pratica schiavitù, esteririzzata con l'obbligo del nijab o el burka.
Ma, per sorprendente che possa sembrare, questa inferiorità, dipendenza e sottomissione al padre-padrone prima ed al marito-signore poi, ha le sue radici proprio nella stessa Bibbia.
Ricordiamo il racconto della creazione che ci dà il Genesi: .
“Il Signore Dio formò l'uomo con polvere della terra e soffiò nelle sue narici l'alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signored disse: - Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che sia simile a lui - Allora il Signore Dio fece scendere il sonno sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una costola e richiuse la carne. Il Signore Dio plasmò con la costola, tolta all'uomo, una donna e gliela condusse...”
Si può credere o no al racconto biblico, non è questo il punto. Però è inevitabile rendersi conto che la cultura giudaico-cristiana prima, e quella islamica poi, hanno assunto, anche senza darsene perfettamente conto, questo racconto nell'acervo culturale oltre che religioso, che ha inevitabilmente influenzato il rapporto uomo-donna.
Prima di tutto, Dio crea la donna per dare “un aiuto” ad Adamo, cioè una serva.
Seconda considerazione: mentre Dio crea Adamo direttamente, dalla polvere della terra, crea Eva da una costola di questi: in altre parole, Eva è di una categoria inferiore, una “seconda” creazione, non fine a se stessa, come Adamo, creato per puro amore, ma creata per uno scopo, quello di aiutare all'uomo.
E in fine, mentre Dio soffia nelle narici di Adamo l'alito divino che lo farà vivere, non fa altrettato con Eva. Incidentalmente, ricordiamo che nell'alto medioevo ci furono illustri teologi che, credo basandosi su questo dettaglio, posero in dubbio che la donna... avesse un'anima!
E, se teniamo in conto che il Corano é una copia mal fatta dei libri più antchi della Bibbia (tra cui, in primis, il Genesi), ci renderemo conto del perchè nel mondo islamico la donna, con nijab o perfino burka, cammini un passo dietro al marito, non vada a scuola, e possa tranquillamente venir perfino picchiata se così piace al signore-marito.

3 set 2010

I TEST DI AMMISSIONE ALL'UNIVERSITÀ


Una cara amica di Facebook ha sostenuto ieri il test di ammissione alla facoltà di Medicina..
In questi ultimi giorni abbiamo discusso sull'utilità di questi test. Però la vera ragion d'essere dei test di ammissione l'ho avuta chiara stamattina, ripensando alla “chiacchierata” fatta ieri e, sopratutto, considerando un dato: 1400 aspiranti solo a Verona.
Ma ve le immaginate le aule della facoltà, con 1400 persone a classe? Io ho ancora chiaro il ricordo del mio biennio, quando i corsi di chimica, fisica e matematica erano comuni a quattro corsi di laurea (chimica, fisica, scienze biologiche e scienze naturali) e l'aula grande della facoltà era straboccante di gente e non si capiva come quelli che si sedevano nelle file più lontane potessero semplicemente sentire con chiarezza la voce del prof o vedere con chiarezza gli esperimenti dimostrativi, ed eravamo NON PIÙ DI CINQUE-SEICENTO! Vi immaginate una lezione di anatomia impartita a 1400 persone contemporaneamente?
Ora, che la struttura attuale dei test sia un'altra “italianata” è un'altra questione. Che vadano ripensati, è ovvio, ma non dobbiamo dimenticare un altro aspetto dei test: come fare test attitudinali a 1400 persone? Come correggere 1400 elaborati se se le domande/risposte non fossero tipo quiz televisivo?
L'obbiezione che, come sono concepiti oggi i test svuotano di ogni valore il diploma di maturità è, a mio avviso, perfettamente corretta.
Il numero chiuso è una necessità? Certo (la risposta è implicita nel fatidico numero di candidati di quest'anno, 1400) ma non sarebbe più logico effettuare il “taglio” sulla base, appunto, della maturità? Per esempio: ammettere all'Università (come si faceva un tempo) solo gli alunni provenienti dai licei, con l'eccezione delle facoltà “tecniche” (le ingegnerie, le chimiche, o economia e commercio, a cui potevano accedere i diplomati dell'istituto di ragioneria) a cui potrebbero accedere i gli alunni provenienti dagli Istituti Tecnici affini. E, magari, restringere ancora dippiù il vaglio sulla base della media del diploma...
Insomma, utilizzare un poco il cervello, a quanto pare in letargo, di chi organizza tutta questa colossale bagarre, evitando domande tanto inutili come quella, presente nei test di accesso a medicina dell'anno passato, “Quante colonne ha il Duomo di Matera?”

13 lug 2010

IN ITALIA, LA PRIMA CENTRALE ELETTRICA A IDROGENO DEL MONDO!



La notizia è stata pubblicata oggi dal “Corriere della Sera”. La centrale, sita in Fusina (presso Venezia), produrrà circa 12 MW, senza emissione di CO2
Un grande successo della tecnologia italiana, sicuramente, e io me ne sento giustamente orgoglioso.
Però, ci sono alcuni aspetti che non mi convincono.
Vediamo: l'idrogeno, anche se è di gran lunga l'elemento chimico più diffuso dell'Universo, sulla nostra Madre Terra non si trova allo stato di gas (come è necessario per alimentare una turbina) ma deve o essere estratto dall'acqua con un processo elettrochimico (cioè utilizzando corrente elettrica prodotta, ovviamente, con le tradizionali centrali termiche) o per cracking del petrolio: in entrambi i casi, la fonte primitiva dell'energia che produrrà la nuova centrale continua ad essere...il petrolio!
Non mi sembra che il tutto abbia molto senso..

24 giu 2010

L'EUROPA SI SPEZZA?



Ricordiamo un po’ di storia: le radici dell’Unione Europea risalgono alla seconda guerra mondiale. L’idea dell’integrazione europea è nata per far sì che non si verificassero mai più simili massacri e distruzioni. Subito dopo la fine della guerra, l’Europa è divisa in due blocchi, occidentale e orientale. Inizia così la guerra fredda, che durerà quarant’anni. Le nazioni dell’Europa occidentale creano il Consiglio d’Europa nel 1949: è un primo passo verso la cooperazione fra Stati, ma sei paesi vogliono fare di più.
I principali fautori dell’integrazione europea che ha seguito la fine della seconda guerra mondiale furono:
• Konrad Adenauer
• Sir Winston Churchill
• Alcide de Gasperi
• Walter Hallstein
• Jean Monnet
• Robert Schuman
• Paul Henri Spaak
• Altiero Spinelli
Eppure, oggi, dopo sessantacinque anni di Unione Europea, forze centrifughe, dovute a miopi nazionalisti che minacciano Paesi come Italia, Spagna, Olanda, rischiano di frantumare ancora dippiù questa Nazione Supernazionale che voleva essere l’Europa Unita.
Non ne vedo la logica...

5 giu 2010

IERI COME OGGI?














Polibio, storico greco (nato a Megalopoli nel 206 a.C.) trapiantato in Roma, dove arrivò come ostaggio nel 166 a.C., scrisse:
La peculirità per la quale, secondo me, l’impero romano è superiore a tutti gli altri, è la religione che in esso si pratica. Quello che in altre nazioni sarebbe considerato riprovevole superstizione, qui in Roma costituisce il fondamento dello Stato. Tutto quello che la riguarda si riveste di tal pompa e condiziona la vita pubblica e privata fino al punto che niente potrà farle concorrenza. Non sarebbe necessario se u popolo fosse costituito da gente istruida (illustrata, è la parola esatta che usa Polibio), però per la moltitudine che sempre è ottusa e portata alla passione cieca, è buono che per lo meno esista la paura per tenerla sottomessa”.
Non so perchè, se penso alle maree che assistono, in piazza San Pietro, alla recita dell’Angelus, o che circondano il papamobile quando Sua Santità viaggia, queste righe di Polibio mi sembrano maledettamente attuali...

13 mag 2010

LA RELIGIONE NELLE CLASSI


Sull'edizione digitale del "Corriere della Sera" di oggi, Pierluigi Battista commenta la sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce l’importanza determinante dell’insegnante di religione «ai fini dell’attribuzione del credito scolastico».
Non è questo il sito, né è mia intenzione , fare polemiche sulla decisione del Consiglio di Stato.
La ragione per cui sto citando l'ottimo articolo di Pierluigi Battista è che, nel corpo dell'articolo, fa due osservazioni che io condivido in pieno. Dice infatti l'autore:
"La conoscenza della religione cristiana ha un ruolo importantissimo nel nostro patrimonio culturale".
e, più avanti:
"Una energica sollecitazione culturale (perché questo è, a prescindere dalla fede che si professa, il significato di una vitale cultura religiosa)" (La sotolineatura è mia)
Personalmente, dopo tutta una vita studentesca, dalla 1ª elementare alla maturità, in istituti religiosi, ho finito per essere totalmente agnostico. Voglio dire che l'insegnamento della religione cristiana no fa necessariamente proselitismo. Però si, essendo la nostra intera cultura, di matrice cristiana, ci aiuta a capire chi siamo, come siamo arrivati ad essere quello che siamo, come la nostra cultura abbia generato un Dante, un Michelangelo, o un Francesco d'Assisi.

11 apr 2010

MISSSIONI CATTOLICHE E ONG



Alcune persone di buona volontà, dei quali mi sento orgoglioso di essere amico, hanno costituito una ONG per aiutare uno dei Paesi più poveri del mondo: Madagascar. La "base di operazione" di questa ONG è la Missione Cattolica di Ambodivona che, con il loro aiuto, ha potuto montare una ambulatorio e una sala parto, comprare medicinali, strumenti chirurgici. E qui sorge la domanda: Se la missione dipende dalla SANTA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA di Roma, perché hanno bisogno degli aiuti di privati per portare avanti il loro meritevolissimo lavoro?
Basterebbe el denaro che la Chiesa spende in UN SOLO viaggio del Papa per dar da mangiare non solo ai 160 bambini di Ambodivona (un piatto di riso al giorno) ma a tutto Madagascar!
Ricordo io male o, durante i miei lunghi anni di studio in istituti religiosi, una delle cose che mi insegnarono fu che lo stesso Gesù ci disse "Ama il prossimo tuo come te stesso"?

5 apr 2010

IL DETERIORAMENTO DELLA MEMORIA COLLETTIVA

Sono arrivate fino a noi, pressoché intatte, tavolette sumere di seimila anni.
Abbiamo papiri egizi dell'epoca dei faraoni (cinquemilatrecento anni fa).
Abbiamo manoscritti di Dante Alighieri.
È arrivata fino a noi la Bibbia di Gutemberg.
Ma rischiamo di perdere, e, in qualche caso, abbiamo perso la memoria degli ultimi 20 anni.
L'avvento dell'era digitale ma, peggio ancora, l'evoluzione vertiginosa degli strumenti di registrazione dati che rende impossibile "leggere" documenti di solo qualche hanno fa, ha creato questo enorme paradosso storico: fatti e dati della protostoria sono più alla nostra portata che fatti e dati s noi contemporanei.
Qualche esempio ce lo dà Massimo Gaggi sull'edizione digitale del Corriere della Sera di oggi 5 di aprile. Cito alcuni:
"I risultati dei censimenti Usa del periodo 1960-1980 sono andati in gran parte perduti, mentre il Pentagono non riesce più a recuperare i dati sull’uso di defolianti — l’agente «orange» — durante la guerra del Vietnam. Informazioni preziose per la ricerca e l’aggiornamento di alcune terapie mediche. La Nasa, poi, oltre a non avere più un programma spaziale degno di questo nome, sta diventando un cimitero di informazioni sepolte: i nastri sui quali sono stati registrati i dati dei voli spaziali degli Anni 70 sono inservibili da più di un decennio. Alcuni erano stati tradotti in formato digitale prima del loro decadimento, altri no. Ma anche gli apparecchi per la lettura dei nuovi formati, nel frattempo, sono divenuti obsoleti per la rapida evoluzione delle tecnologie elettroniche."
Non credo che siano necessari più commenti...

21 mar 2010

LA GUERRA CONTRO OBAMA



Io non sono, né lo sono mai stato, un ammiratore entusiasta degli Stati Uniti d'America: ci sono troppe cose di quella società che non mi piacciono. E debbo anche ammettere che, per le mie idee personali, son più vicino al Partito Repubblicano che al Democratico di Obama.
Però mi sembra che la guerra che hanno minacciato i Governatori dei 36 Stati repubblicani contro la riforma sanitaria proposta da Obama, minacciando un ricorso al Tribunale Supremo in base al decimo emendamento della Costituzione ("Ogni stato ritiene la sua sovranità, e indipendenza, e ogni potere, giurisdizione e diritto che non stia espressamente delegato per la confederazione agl Stati Uniti in una assemblea del Congresso") sia più una guerra contro la persona che contro l'idea.
È, secondo me, un revanscismo stupido, fazioso, per togliersi dalla bocca l'amaro sapore della sconfitta nelle elezioni presidenziali che portarono Obama alla Casa Bianca. Ed è ancora più stupido, se teniamo in conto che esiste una notevole giurisprudenza che, se si arrivasse veramente al giudizio, avvallerebbe la difesa di Obama.
Non credo che nessun cittadino statunitense, che abbia un minimo di senso comune, possa accettare che, nel Paese dell'opulenza ostentata che sono gli Stati Uniti d'America, ci siano cittadini che muoiono perché non possono pagarsi il medico o l'ospedale!
Come in tutto il resto del mondo, "far politica" non dovrebbe servire solo agli interessi personali del politico di turno, ma agli interessi generali di tutto il popolo.
Sarò un sognatore visionario?

13 mar 2010

UN TEMA SPINOSO



Da quello che leggo sulla stampa italiana, sembra che i signori della Lega Nord (o come demonio si chiama), non sono d'accordo a che si festeggi il 150enario dell'Unità d'Italia.
Come sapranno i quattro gatti che mi leggono, a me non piace parlare di politica sul blog, ma questi signori mi ci hanno tirato per i capello.
Vale la pena ricordare loro che, dal Congresso di Vienna del 1815, il Lombardo-Veneto fu UNA COLONIA austriaca. Non capisco come si possa rimpiangere lo status di colonia di una potenza straniera. O che forse nel Lombardo-Veneto dell'epoca si parlava tedesco (come, fino a pochi anni fa per lo meno, lo hanno fatto quattro idioti di negozianti dell'Alto Adige che, ai turisti italiani pretendevano di non capire l'italiano, no ostante che, per lo meno fino alla terza media, avevano studiato in scuole in cui si insegna in italiano)? O che forse, già da allora, il sentimento popolare non era a favore di un'Italia unita? Che rileggessero i libri di storia...
E poi, un'altra considerazione: quelli che più avrebbero dovuto lamentarsi dell'Unità non sono certo i milanesi, ma i napoletani. Basta vedere cos'era il Regno delle Due Sicilie a partire da Carlo III e per tutto il tempo che ha esistito come tale e compararlo con il meridione di oggi.Per quelli che solo conoscono i lati negativi dei Borboni-Napoli, un video per rinfrescare la memoria.
Eppure, nessuno, in questo tanto maltrattato meridione, si è mai lamentato dell'unità di Italia!



12 mar 2010

ESTATE NAPOLETANA



Grazie ad un'amica di Facebook, ho potuto recuperare questa divertentissima poesia di Libero Bovio, a cui mise musica N.Valente.
La trascrivo, perché merita di essere letta, con un sorriso...sicuro che anche i non napoletani capiranno il dialetto.

ESTÀ
Che sole, che sole, che sole cucente!

E chi vo’ fa niente? E chi po’ fa niente?
Che bella canzone ca sona ‘o pianino…
Mò ‘nzerro ‘o balcone pe’ nun ‘a sentì.
Che bella figliola ca passa p’’o vico…
Mò ‘a chiammo e lle... dico: “Volete salì?”
No, no… cu stu sole, stu sole cucente
Nun voglio fà niente, nun voglio fà niente

Ma dint”a controra che caldo se sente...
E chi vó fà niente? E chi po’ fà niente?
Mò piglio e me spoglio, me ‘nfilo ‘int’’o lietto
me leggo ‘nu foglio, me metto a fumà…

ma ‘a cammera ‘e lietto sta troppo luntano…
cchiù meglio ‘o divano… nu passo, e sto llà…
Ah, dint’a cuntrora che caldo se sente…
Nun voglio fa’ niente, nun voglio fa’ niente!
E chi vò fa’ niente? E chi po’ fa’ niente?

Che luna, che luna cucentee
chi vo' fa' niente, e chi po' fa niente...
Mo' arrivo a' Turretta, po' torno pa' villa
vabbuò, nun da retta, me scoccio e' vestì....
che bella canzona tenevo pe' mane
mo' veco dimane si a' pozzo fernì
ma cu stu' sole, stu sole cucentee
chi vo' fa niente e chi po' fa niente!!!

2 mar 2010

LA LEGGE DELLE 12 "P"

Una cara amica di Facebook mi ha "passato" questa divertentissiam legge, che penso valga la pena diffondere!



18 feb 2010

LA SELEZIONE NATURALE


Leggevo, in un delizioso e commovente libretto (solo 55 pagine) nel quale la Dottoressa Federica Ciani racconta la sua traumatica esperienza in una sperduta missione cattolica in Madagascar, una frase che mi ha colpito: "qui i bambini sopravvivono per selezione naturale". Una frase certamente scritta più come un disperato desiderio che le cose, laggiù, non stessero come stanno in realtà che come una cinica osservazione su di una cruda realtà (1).
La selezione naturale, la sopravvivenza del più forte, del più adatto all'ambiente, è quella che ha portato al primo ominide fino all'Homo Sapiens Sapiens che è oggi.
È crudele, lo so, che ancora oggi questa legge della natura si eserciti, nella sua forma più dura e primordiale, per i più svantaggiati e poveri abitanti del Terzo Mondo.
Secoli fa, le varie epidemie di peste o colera, decimavano la popolazione: solo quelli che erano più forti (più adatti al medio?) riuscivano a sopravvivere. Oggi le grandi epidemie sono, fortunatamente scomparse,ma la spietata selezione naturale persiste.
Nei Pesi del Primo Mondo. oggi la selezione naturale è più sottile: non "seleziona" i bambini, ma gli adulti. Oggi, quelle che ci uccidono sono le malattie "dei ricchi": il colesterolo, l'alcol, il fumo, oltre, ovviamente, alle varie malattie mortali che la scienza non è ancora riuscita a curare, le guerre, guerriglie, e vandalismo terrorista.
Nel Terzo Mondo, quello che uccide è ancora quello che uccideva secoli fa: la fame, la mancanza di condizioni igieniche, un'assistenza medica insistente...
Oggi ci strazia veramente il cuore pensar che, mentre qui da noi si spreca il mangiare (solo in Italia, recuperando le eccedenze di grande e piccola distribuzione, si potrebbero salvare all’anno 244.252 tonnellate di cibo per un valore di 928.157.600 euro. Sarebbe inoltre possibile fornire tre pasti al giorno a 636.600 persone), ci sia ancora gente, esseri umani come noi, per i quali non è garantito nemmeno un piatto di riso quotidiano.
Però, per crudele che possa essere, la legge della selezione naturale è inesorabile, come la legge della gravitazione universale...


(1)Il Madagascar, grande isola-stato dell’Oceano Indiano, con una popolazione di poco più di
2 milioni di abitanti ed un reddito pro-capite di 468 dollari all’anno nel 2008, si colloca tra i paesi più poveri al mondo. In Madagascar la metà della popolazione ha meno di 12 anni, con una mortalità infantile di 9,5%, con una speranza di vita al di sotto dei 50 anni, dove la popolazione che ha accesso ai farmaci essenziali non arriva al 45% e il 60% non ha accesso alle fonti di acqua potabile, dove, inoltre, il 70% delle persone vive (sopravvive) sotto la soglia di povertà di 1 al giorno.

15 feb 2010

SAN VALENTINO



San Valentino imbronciato:
stormi di cumuli neri
sopra l'Atlantico.
Monotono un cuculo canta
nascosto sui tetti vicini
cercando la sua Valentina.
Ma, dal lontano orizzonte orientale,
un timido sole promette
un giorno migliore.
La mia Valentina lontana
sorride
come il sole che spunta tra i nembi,
e il giorno mi sembra migliore.

29 gen 2010

NAPOLI ETERNA (un piccolo omaggio alla mia città)


Troppa gente non sa che, dietro il sole, il mare, il Vesuvio e la pizza, ci sono secoli di storia, immensi tesori artistici, scienziati, poeti, architetti, pittori...

Anche se sono lontano, Napoli, resti sempre nel mio cuore!

21 gen 2010

OGGI PARLIAMO DI AUTO ELETTRICHE

Ogni giorno compaiono sui mercati mondiali nuovi modelli di automobili, elettriche, ibride, addirittura ad aria compressa...tutto per il bene del nostro povero (ed, ahimè, unico) pianeta.
Sembrerebbe stupendo: un automobile che non genera CO2, che non inquina, che meraviglia!
Ma, fino a che punto, allo stato attuale della tecnologia, tutto questo è vero?


Vediamolo seguendo la "pista", come farebbe un buon investigatore forense, dell'energia che fa muovere, appunto, questo gioiello del risparmio energetico. La corrente che fa muovere il veicolo viene generata da una centrale che, per lo più, sta a chilometri di distanza. La centrale, se, come nella maggioranza dei casi avviene, è una centrale termica, è la prima fonte di sprechi energetici: a parte il calore che se ne va, insieme alla CO2, nei fumi di combustione del generatore di vapore, ci sono tutte le perdite NETTE di energia nei riscaldamenti dovuti agli inevitabili attriti, di tutte le parti in movimento (generatore elettrico, pompe di trasferimento del combustibile, dell'acqua di raffreddamento, dei cuscinetti eccetera). La corrente generata viene poi "trasportata" sulla rete di distribuzione ad alta tensione, fino ai trasformatori che riducono l'alta tensione a media tensione. Quest'ultima viene a sua volta trasferita ad altri trasformatori, per essere ridotta, appunto, alla bassa tensione che arriverà ai "raddrizzatori" che trasformeranno, alla fine, la corrente alterna i corrente continua, che è quella che "bevono" le batterie delle auto.
Anche se, come tutti sappiamo, un trasformatore elettrico è la macchina con più alto rendimento che si possa costruire (fino al 98%), resta sempre quel dannato 2% che si perde...come no?, come calore.
Le reti di distribuzione aggiungono la loro parte alle perdite di energia: si riscaldano per effetto Joule, e il calore generato si perde nell'atmosfera circondante.
I raddrizzatori, anche loro si riscaldano inevitabilmente per funzionare: altro calore che se ne va...
In ultima analisi, per ogni joule (J) effettivamente disponibile sull'asse delle ruote dell'auto elettrica, la centrale avrà dovuto generare J+j joule e consumare il corrispondente quantitativo di combustibile.
Purtroppo, è abbastanza difficile per me, non avendo io dati concreti a mia disposizione, calcolare a quanti litri di benzina per km percorso corrisponde la capacità calorifico di un chilo di combustibile fossile bruciato in centrale, ma tutto quello che ho scritto fin qui mi lascia supporre che la sostituzione della benzina per elettricità non sia, in termini di inquinamento ed emissioni di gas con effetto serra, tanto vantaggiosa come stanno cercando di farci credere.















15 gen 2010

IL TERREMOTO DI HAITI







Siamo orgogliosi di noi stessi: siamo andati sulla Luna, andremo su Marte, l'LHC sta sviscerando i più intimi segreti della Natura...ma bastano tre minuti per farci rendere conto di chi siamo realmente: piccoli, insignificanti, assolutamente accessori in una Natura che impone le sue leggi, in barba a tutta la presuntuosa civilizzazione di questi moscerini che ci crediamo i padroni dell'Universo!

9 gen 2010

CAUTELA E PSICOSI



Che il fallito tentativo di qualche giorno fa di far esplodere una bomba sul volo a Detroit da parte di un islamista nigeriano abbia fatto scattare tutti gli allarmi di tutto il mondo è comprensibile.
Però, di qui alla vera e propria psicosi che si è scatenata mi sembra che si stia esagerando. Basta vedere quello che è successo a Newark (New Jersey, USA): letto sull'edizione digitale de "Il Corriere della Sera" di ieri:
MILANO - Le immagini mostrate da un quotidiano del New Jersey L'allarme a Newark: tutto per un bacio.Potrebbe essere uno dei baci che passa alla storia, visto che le conseguenze di quel gesto sono state devastanti: un aeroporto chiuso per sei ore, migliaia di passeggeri in preda al delirio e una nazione intera, gli Usa, a chiedersi quanto funzionino male i propri sistemi di sicurezza. Tutto questo succedeva nell'aeroporto di Newark, come ha riferito un giornale del New Jersey: una videocamera mostra infatti un uomo entrare nell'area riservata agli imbarchi, superando delle semplici transenne, e raggiungere la fidanzata in partenza per darle un bacio di addio. Poi lui si allontana ed esce inosservato, e tutt'ora sconosciuto, dallo scalo. Ignaro di aver acceso una miccia che di lì a pochi minuti fa bloccare un centinaio di voli e, di fatto, rigetta nel panico un'intera nazione. Alcuni passeggeri erano già stati imbarcati ed erano stati fatti scendere, altri, atterrati regolarmente, erano stati trattenuti a bordo. Quel bacio galeotto è tra l'altro costato il posto all'agente addetto alla sorveglianza di quell'area dell'aeroporto.
Poi, come se non bastasse, altro caos, per tre ubriachi a bordo a Heatrow, a Londra:
HEATROW - Ma la paura per gli attentati terroristici fa segnare continuamente allarmi in diversi aeroporti del mondo. Paura soprattutto su un volo della Emirates Airlines in partenza dall'aeroporto londinese di Heathrow. Agenti dell'antiterrorismo sono saliti a bordo e hanno arrestato tre uomini inglesi, risultati essere solo ubriachi, che avevano minacciato di avere una bomba a bordo. (le sottolineature sono mie).
Come si suol dire: il troppo stroppia. O no?