2 ott 2010

LA CUCININA DEI COSMETICI



Quando io ero bambino, mia madre usava, per la sua igiene personale, delle pastiglie di sapone verde “Palmolive” che, dicevano, erano fabbricate con olio di palma. Ed era vero. Non per il colore (tutti i saponi sono di color giallastro o marroncino, e il colore verde del sapone di mia madre era dovuto ai pigmenti che, per questo scopo, si aggiungono al sapone, ma questo l'ho saputo solo molti anni dopo) ma perchè, tra tutti gli olii che si possono usare per fabbricare un sapone, quello di palma è il più economico.
Oggi, se ascoltiamo la pubblicità dei vari prodotti di cosmetica che si commercializzano, uno si immagina che, nei laboratori di sviluppo dei nuovi prodotti dei vari fabbricanti, ogni giorno si vivono scene come questa:
Primo tecnico: “Che si mettiamo dentro, oggi, alla nuova formula?”
Secondo tecnico: “Aspetta, che guardo nella dispensa. Vediamo: menta, no, che già la tiene la marca XXX, agrumi nemmeno, che già stanno nell' YYY...”
Terzo tecnico: “E se provassimo con il guava?”
Quello che succede è che, la conquista di uno share del mercato obbliga ai “creativi” delle ditte di pubblicità e spremersi le meningi per inventare formule ogni volta più fantasiose che, secondo la mia modesta opinione, non corrispondono per niente alla reale composizione dei prodotti.
Secondo alcuni gurus della pubblicità, un fabbricante di uno shampoo che qualche tempo fa era presente in tutti i passi di reclame per la televisione, aveva deciso di spendere un ingente capitale, utilizzando “perle micronizzate” nella formula del suo prodotto. Poco tempo dopo, però, siccome magari avevano letto un vecchio post di questo blogger che segnalava che al micronizzare le perle solo si otterrebbe del volgarissimo carbonato di calcio (che si compra a tonnellate per due euro e non ha nessun effetto benefico per lo shampoo), quegli stessi gurus, per la seguente campagna, hanno preferito proclamare che il fabbricante isola dalle perle le loro proteine per aggiungerle alla formula del cosmetico, con il risultato di ottenere, con grandi costi di estrazione, pochi milligrammi delle suddette proteine essenziali a partire da vari chili di perle...
Storia non nuova, basta ricordare quello che si diceva al principio, del sapone verde, di cui si dava ad intendere che il colore fosse dovuto alla palma, che è verde (la palma, non il suo olio).
PS: Fino a qualche tempo fa, si annunciava un detersivo per il bucato, di uno stupendo color bianco immacolato, proclamando che il prodotto aveva un "cuore di sapone di Marsiglia", dimenicando che il sapone detto "di Marsiglia" (sapone potassico) è marrone e trasparente...

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