14 ott 2010

SEPARATISMO? L'ABBIAMO NEI GENI



In questi ultimi tempi, sono sempre più stridenti le voci che, dal nord, da parte della Lega, che parla apertamente di una inesistente Padania indipendente, e dal sud, da parte dei movimenti neoborbonici, che, con la scusa, più che legittima, di un serio revisionismo storico, lasciano intravedere un certo che di separatismo. E di questo si sta facendo eco, anzi, meglio, cassa di risonanza, la “rete” dove si incontrano quantità di posts e commenti al post, e commenti al commemento al post, su questo tema spinoso.
Io stesso, lo ammetto, ho contribuito con il mio granello di sabbia (chi è senza peccato scagli la prima pietra..). Però, proprio questa alluvione di idee contrastanti, mi ha portato a fare alcune riflessioni.
Prima di tutto, come ho avuto modo di segnalare in un mio commento in rete, l'idea di Italianità ci viene da molto lontano: Dante, otto secoli fà, parla de “il bel Paese là dove il si suona”, dando l'impressione che giá allora il Divino Poeta avesse questo concetto di unità, per lo meno culturale, che accomuna tutti i popoli della penisola, cioè del “bel paese”.
Però, rileggendo attentamente il passo dantesco dove incontriamo questo sentimento unitario, ci rendiamo conto che la realtà era, giá allora, ben differente:

“Ahi Pisa vituperio delle genti
del bel paese là dove il si suona!
Se i fiorentini a te punir son lenti
muovansi la Capraia e la Gorgona
e faccian siepe ad Arno in sulla foce
si ch'egli anneghi in te ogni persona!”

Niente di nuovo sotto il sole d'Italia, quindi! Tutto questo viene dalla disgregazione dell'Impero Romano, dalla nascita dei Comuni, che non facevano altro che combattersi l'uno all'altro,e solo riuscirono a riunirsi per combattere un'invasione straniera (il famoso Carroccio...)
Vi ricordate la parola “campanilismo”? Indicava il senso di superiorità di un “campanile” (un paese) rispetto ai suoi vicini. Sembrava fosse sparito, non se ne è più sentito parlare.
Ma adesso risorge con forza e si espande, non è più un paese (un campanile), ma una regione, un consorzio di regioni...
Cavour disse: “Abbiamo fattol'Italia, ora bisogna fare gli italiani”. A quanto sembra, questa seconda parte della visione di Cavour è ancora ben lontana dal materializzarsi!

1 commento:

  1. Quello che dici è vero ed in parte è connaturato all'essere umano.
    L'uomo è un essere sociale e se il gruppo assolve diverse funzioni: di identità e quindi di riconoscimento ed appartenenza, di difesa quindi fa sentire l'individuo sicuro e protetto; l'organizzazione sociale (statale) assolve la funzione di "gestione del male e della violenza" intrinseca all'essere umano.
    La distinzione tra il sè/amico e l'altro/diverso/nemico rientra nella questione "socio-antropologica".
    Ma nell'epoca in cui viviamo si è aggiunto, come aggravante, il fattore economico. Se si ha una caduta del commercio globale, le grandi potenze esportatrici devono conservare l'accesso ai mercati solvibili ma se ciò non fosse possibile si devono rivolgere ai loro mercati interni e se questi non fossero solvibili si scende ancora, a livello regionale, provinciale, comunale.
    Ogni singola realtà cercherà di valutare i suoi "interessi vitali" e le sue esigenze base per mantenere di fronte all'aumento dei costi centrali, il proprio status quo.
    Non è mica un caso che già diversi Stati USA in base al nono e decimo emendamento della Costituzione, reclamano la loro sovranità rispetto al governo federale!
    Quindi, credo che nei prossimi anni le spinte secessioniste aumenteranno ancora.

    Anna Lisa

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