5 ott 2010

MEDICI





Sono ormai 27 anni che vivo in Ispagna e, lo ammetto, sono andato solo una volta a veder un medico: fu nel 1985, per una fastidiosa lombagine che mi ero portato con me dalla Cina.
Questa mia mancanza di controlli medici durante questi ultimi anni spagnoli è dovuta un po', grazie a Dio!, alle mie eccellenti condizioni di salute, e un po', e chissà qualcosa dippiù di un po', alla mia sfiducia nella perizia dei medici spagnoli.
Fintantocchè ho vissuto in Italia, ho avuto fin troppe occasioni di consultare un medico: dall'ottimo medico di base che curò mio padre durante gli ultimi anni della sua vita, alla ginecologa che assistì mia moglie durante la gestazione e negli ultimi quattro parti (dei sei figli, il penultimo nacque a Malta e la ultima a Madrid), all'ottimo pedriata, docente di Pedriatria all'Università Federico II, che ha seguito i miei bambini finchè non siamo “emigrati” in Ispagna.
La mia sfiducia nei confronti dei medici spagnoli, si badi bene, non è dovuta a nessun errore di qulcuno di loro, o da una esperienza personale negativa, bensì ad uno strano “razzismo” all'inverso, giustificato, almeno secondo il mio personale metro di giudizio, dai miei contatti professionali con ingegneri e tecnici locali, decisamente non all'altezza dei loro omologhi italiani.
Ed è per questo che mi ha stupito, addolorato, scandalizzato la notizia apparsa sulla edizione digitale del “Corriere della Sera” di oggi: “Setticemia curata come influenza, muore a ventidue anni”...(1)
Come può succedere una cosa così in un Paese, come l'Italia, che sempre è stato all'avanguardia della praxi e dalla riceraca medica?

(1)Per vedere l'aricolo, seguire questo link:
http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_05/setticemia-balenzano-come-influenza_9a17061e-d041-11df-9b01-00144f02aabc.shtml

2 commenti:

  1. Accade molto facilmente da quando:
    1) l'accesso alla Facoltà di Medicina è diventato a numero chiuso.
    La selezione non avviene per capacità ed intelligenza nello studio e nell'affrontare gli esami.
    La selezione avviene all'accesso: accedono i figli di medici, coloro che pagano, coloro che hanno appoggi politici.
    Un vero cervello che non risponde ai requisiti di accesso sopra elencati, viene penalizzato dal test di ingresso.
    Un test superabile in due soli modi: per pura fortuna o con le soluzioni in tasca. Inutile specificare che la percentuale dei "superamenti" è decisamente spostata a favore di coloro che hanno le soluzioni in tasca.
    Un vero cervello deve andare all'estero per studiare Medicina.
    2) Gli esami. Per diretta esperienza, ti dico che a causa della "vita economicamente grama" in cui versano molti professori universitari, sono molto aperti a concordare le domande d'esame previa "adeguata" ricompensa. Ed ho detto tutto.
    3) L'ingresso nella specialità è condizionato dalle stesse regole.
    4) Il tirocinio nei reparti oltre a rispondere alle regole già reiterate precedentemente è l'unica "vera scuola" di questi asini: hanno materia prima su cui imparare (specialmente in Geriatria). E con la pratica si immpara tutto.
    Non è un caso che diverse persone hanno potuto lavorare nei Pronto Soccorso di diversi Ospedali italiani, spacciandosi per medici (avevano soltanto la terza media) senza che nessuno abbia mai avuto il minimo sospetto.
    E l'hanno potuto fare semplicemente falsificando i titoli di studio.
    5) Un consiglio: se devi venire in Italia a curarti, prima informati bene sul tipo di mani che ti fai mettere addosso.
    Ti pare un quadro sufficientemente chiaro?
    Anna Lisa

    RispondiElimina
  2. Caro Aldo, l'Italia ormai vive sulle glorie del passato. I livelli qualitativi e morali sono sempre più bassi. Morire di setticemia oggi, significa aver fatto un passo indietro di 100 anni. Che desolante tristezza.

    Rifondazione Borbonica

    RispondiElimina