5 apr 2010

IL DETERIORAMENTO DELLA MEMORIA COLLETTIVA

Sono arrivate fino a noi, pressoché intatte, tavolette sumere di seimila anni.
Abbiamo papiri egizi dell'epoca dei faraoni (cinquemilatrecento anni fa).
Abbiamo manoscritti di Dante Alighieri.
È arrivata fino a noi la Bibbia di Gutemberg.
Ma rischiamo di perdere, e, in qualche caso, abbiamo perso la memoria degli ultimi 20 anni.
L'avvento dell'era digitale ma, peggio ancora, l'evoluzione vertiginosa degli strumenti di registrazione dati che rende impossibile "leggere" documenti di solo qualche hanno fa, ha creato questo enorme paradosso storico: fatti e dati della protostoria sono più alla nostra portata che fatti e dati s noi contemporanei.
Qualche esempio ce lo dà Massimo Gaggi sull'edizione digitale del Corriere della Sera di oggi 5 di aprile. Cito alcuni:
"I risultati dei censimenti Usa del periodo 1960-1980 sono andati in gran parte perduti, mentre il Pentagono non riesce più a recuperare i dati sull’uso di defolianti — l’agente «orange» — durante la guerra del Vietnam. Informazioni preziose per la ricerca e l’aggiornamento di alcune terapie mediche. La Nasa, poi, oltre a non avere più un programma spaziale degno di questo nome, sta diventando un cimitero di informazioni sepolte: i nastri sui quali sono stati registrati i dati dei voli spaziali degli Anni 70 sono inservibili da più di un decennio. Alcuni erano stati tradotti in formato digitale prima del loro decadimento, altri no. Ma anche gli apparecchi per la lettura dei nuovi formati, nel frattempo, sono divenuti obsoleti per la rapida evoluzione delle tecnologie elettroniche."
Non credo che siano necessari più commenti...

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