20 nov 2009

TERRORISTI IN USA



Nell'edizione digitale del "Washington Post" di oggi leggo una notizia che, se non incredibile, si dà adito a una riflessione quanto meno sconcertante.
In un articolo firmato da Peter Slevin e Spencer S. Hsu, si legge come sia possibile che gli attentati dei terroristi dell'intorno di Al Qaeda possano essere concepiti e programmati dall'estero.
Dicono i due autori dell'articolo:
"David C. Headley, in cittadino di Chicago accusato di ricercare possibili obbiettivi per il terrorismo islamista in India e programmare l'uccisione di due giornalisti danesi (quelli delle famose vignette su Maometto, N.d.T.), non è stato sempre David C. Headly.
Fino al 2006, era Daood Gilani, ma ha raccontato agli investigatori che si era cambiato di nome per sollevare meno sospetti quando viaggiava all'estero. Ha vissuto di forma anonima in un appartamento affittato col nome di una persona morta, cambiava spesso l'indirizzo di e-mail e parlava in codice al telefono
".
Con grande ricchezza di dettagli, l'articolo ci dice come Gilani fosse in contatto con un altro possibile islamista, Tahawwur Hussain Rana, e i due cooperassero con due organizzazioni terroriste operanti in Pakistan e prossime ad Al Qaeda, Lashkar-i-Taiba e Harkat-e-Jihad-e-Islami.
Senza entrare, qui, in maggiori dettagli (chi è interessato può leggere l'articolo, di due pagine, sul Washington Post) vale la pena riportare l'amara osservazione del Presidente di un subcomitato di Sicurezza Interna, Jane Harman: "Abbiamo sempre cercato persone che volessero attaccarci a noi, qui negli USA. Non abbiamo mai cercato realmente negli USA persone che volessero attaccare altri Paesi."
È davvero tanto poco sicuro il mondo in cui viviamo, se nemmeno la prima potenza mondiale riesce a controllare questi diavoli?

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