21 giu 2011

MELANIA



Il “Corriere della Sera” di oggi, 21 giugno, titola così: “Ha ucciso Melania, indagato il marito”.
L'omicidio è sempre ingiustificato, ma può anche avere ragioni comprensibili, come il “delitto d'onore”, un tempo accettato in certe subculture, o come conseguenza di una lite che trascende, o il delitto per gelosia (come quello di Otello), o quello politico (Delitto Matteotti, ad esempio).
Ma il “caso” di Melania è, per me, oltre che ingiustificabile, sopratutto incomprensibile.
Incomprensibile perché non era la vittima, Melania, l'infedele, ma il boia che l'ha uccisa.
Incomprensibile perché nella cultura in cui viviamo esistono forme più civili di porre fine ad una storia che, per qualunque motivo e per colpa di qualunque dei due, è terminata.
Incomprensibile per il freddo calcolo con il quale è stato pianificato e portato a termine, freddo calcolo del tempo e del luogo.
Un delitto probabilmente premeditato, la cui vera vittima non è Melania, ma la piccola nata da un matrimonio apparentemente felice.

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