9 giu 2011

MATRIMONIO E CONVIVENZA - 2ª



In una sentenza del 15 febbraio di quest'anno, la Corte di Cassazione afferma la parità giuridica tra matrimoni e coppie di fatto.
Una sentenza storica che, oltre a garantire determinati diritti dei coniugi, come il diritto alla pensione, agli assegni familiari, alla mutua, garantisce anche un diritto fondamentale dei figli: quello del riconoscimento della paternità. Una sentenza saggia, che arriva forse tardi ma, si sa, meglio tardi che mai.
Avevamo già osservato in un post precedente come l'evidenza sia che moltissime coppie regolarmente sposate, in chiesa o al municipio, si rompono e che, moltissime coppie solo conviventi durano tutta la vita.
Ma da dove nasce, dunque, la necessità del matrimonio?
Il matrimonio è vecchio come la stessa civilizzazione, dalla semplice formula romana del “ubi tu Caius ego Caia” ai complicati riti attuali della Chiesa Cristiana Ortodossa, ai fastosi matrimoni dei principi e regnanti in realtà il matrimonio, il matrimonio ha sempre avuto una funzione per la società: il riconoscimento dei figli, giaccè, come dicevani i romani, "Mater semper certa, pater nunquam". Nel caso di principi e regnanti, è necessaria per la successione al trono, per i “plebei”, per poter usufruire dei benefici sociali.
Fino ad oggi, in questa nostra Italia patria, fra tante cose meravigliose, del diritto, un figlio nato da una coppia di fatto era un figlio illegittimo.
Questa sentenza viene a correggere questa ingiustizia di legge. Benvenuta sia!

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